Con il termine cyber bullismo o bullismo elettronico si indicano quegli atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come le e-mail, le chat, i blog, i telefoni cellulari, i siti web o qualsiasi altra forma di comunicazione riconducibile al web.
Questa tipologia di bullismo è arrivata a rappresentare circa un terzo del bullismo totale.
Anche se si presenta in una forma diversa, anche quello su internet è bullismo: far circolare foto spiacevoli o inviare e-mail contenenti materiale offensivo può far molto più male di un pugno o di un calcio.
In Inghilterra, più di un ragazzo su quattro, tra gli undici e i diciannove anni è stato minacciato da un bullo via e-mail o sms.
In Italia, secondo alcune ricerche, è emerso che il 24% degli adolescenti subisce in questo modo prevaricazioni, offese o prepotenze.
Rispetto al bullismo tradizionale nella vita reale, l’uso di mezzi elettronici conferisce al cyber bullismo alcune caratteristiche proprie come l’anonimato del bullo e, anche se in realtà questo anonimato è illusorio perché ogni comunicazione elettronica lascia dietro sé delle “tracce”, tuttavia per la vittima è difficile risalire da sola al molestatore, ed ancora più difficile potrebbe essere reperirlo.
Un’altra caratteristica è l’indebolimento delle remore morali: la caratteristica precedente, abbinata alla possibilità di assumere un’identità diversa dalla propria qualora si sia online, possono indebolire le remore morali, e infatti spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o non direbbe nella vita reale.
Ancora, l’assenza di limiti spaziotemporali: mentre il bullismo tradizionale avviene in luoghi e momenti specifici (ad esempio in contesto scolastico), il cyber bullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyber bullo.
Tipi di cyber bullismo
Il bullismo online assume diverse sfaccettature che permettono di individuarne più tipologie.
- Flaming: messaggi online violenti e volgari mirati a suscitare battaglie verbali in un forum.
- Cyber-stalking: molestie e denigrazioni ripetute, persecutorie e minacciose mirate ad incutere paura.
- Denigrazione: “sparlare” di qualcuno per danneggiare la sua reputazione, via e-mail, messaggistica istantanea, ecc.
- Sostituzione di persona: farsi passare per un’altra persona per poi spedire messaggi o pubblicare testi reprensibili.
- Rivelazioni: pubblicare informazioni private e/o imbarazzanti su un’altra persona.
- Inganno: ottenere la fiducia di qualcuno con l’inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate attraverso i mezzi elettronici.
- Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per ferirla.
- Molestie: spedizione ripetuta di messaggi insultanti con l’unico fine di ferire il destinatario.
Queste aggressioni possono far seguito a episodi di bullismo (scolastico o più in generale nei luoghi di aggregazione dei ragazzi) o essere comportamenti solo online.
A differenza del tradizionale bullismo non praticato in rete, il cyber bullismo non si concretizza mediante la forza fisica e/o psichica, ma attraverso l’immediatezza e la capacità di espansione delle informazioni.
Nei confronti della vittima predestinata, si innesca una spirale di crudeltà, viene presa di mira in modo spietato e da quel momento diventa oggetto di abusi, malignità, calunnie, provocazioni e ricatti.
La rilevanza del fenomeno, ha assunto una diffusione mediatica importante tanto da spingere le istituzioni ad interrogarsi su di esso, infatti il Ministero dell’Istruzione Italiano ha lanciato uno studio specifico sul fenomeno, da cui è possibile evincere che ben uno studente su quattro avrebbe compiuto o subito atti di cyber bullismo.
La distanza sociale percepita, causata dal web, diviene un elemento fondamentale per comprendere l’efferatezza di alcuni comportamenti, infatti, in questo caso, mancano tutti quei feedback affettivi che fanno capire al bullo che l’altro sta soffrendo.
Il cyber bullo, non vedendo le reazioni della sua vittima di fronte ai suoi comportamenti, non è mai totalmente consapevole del danno che arreca; questo lo rende più disinibito e abbassa i livelli di autocontrollo, la percezione del rischio e della gravità di quanto commesso.
Attualmente il fenomeno tende ad essere arginato con azioni punitive e repressive, le autorità si occupano dei casi più eclatanti, punendo l’aggressore. Data la sempre maggiore diffusione del fenomeno, questo non basta, diviene quindi fondamentale una capillare opera di prevenzione che permetta di sensibilizzare i giovani circa le terribili conseguenze delle loro azioni.
Infatti, oltre i casi di maggiore risonanza riportati dalla cronaca, in cui la vittima si è suicidata, l’essere oggetto di vessazioni reiterate danneggia chi le subisce in modo talvolta irrimediabile e permanente.
Vengono danneggiate la stima di se, diminuisce il sostegno sociale e aumenta l’isolamento, si manifesta una riluttanza ad andare a scuola, problemi di concentrazione e apprendimento, comportamenti autolesivi/autodistruttivi e problemi di adattamento socio-affettivo.